Il 4 marzo 2025 le autorità penali di Zurigo hanno inflitto una multa di CHF 600 a un in-house counsel di TX Group per violazione del diritto di accesso ai dati personali.
La decisione, promossa e resa pubblica dall’avv. Martin Steiger, evidenzia come la risposta iniziale, che indicava soltanto due insiemi di dati, abbia determinato la sanzione.
Non è bastato un successivo richiamo a motivi di esclusione basati sulla legge sui media, poiché la prima comunicazione è stata considerata decisiva.
L’autorità ha applicato l’art. 60, comma 1, lett. a, della Legge federale sulla protezione dei dati, senza approfondire intento o potere decisionale del legale.
L’indicazione del Titolare del trattamento “non è stato possibile trovare” nella risposta all’interessato è stata ritenuta idonea a integrare il reato, infatti per il giudice è risultato sufficiente il mero rischio che il destinatario si formi un’impressione di esaustività ingannevole, senza che sia necessario un dolo specifico rivolto al richiedente.
Quindi, analogamente a quanto previsto per la concorrenza sleale, è sufficiente che la comunicazione possa creare un errore nell’interessato, anche in assenza di un’intenzione fraudolenta.
Il provvedimento colpisce l’individuo, non la società, pur essendo quest’ultima potenzialmente perseguibile e poiché l’ammontare della multa è risultata sotto la soglia di CHF 5.000, non è scattata l’iscrizione nel casellario giudiziale
🔴 Le vostre procedure di gestione delle richieste di accesso sono pienamente conformi alle disposizioni della LPD (art. 8 e 9) ?
Fonte: Strafbefehl Statthalteramt Bezirk Zürich, 4 marzo 2025