Fuga da WhatsApp per mancata protezione dei dati personali: chiarimenti in ambito privacy


Un punto di discussione e di riflessione: WhatsApp non protegge più i dati dei propri utenti? Come bisogna comportarsi? Ecco che Privacy Desk Suisse arriva in aiuto. Tutte le delucidazioni per capire dove finiscono i dati personali una volta inseriti nel mondo di WhatsApp grazie all’intervista radiofonica a Radiotelevisione svizzera.


Il 7 gennaio 2021, molti dei quasi 2,2 miliardi di utenti iscritti alla nota piattaforma di messaggistica WhatsApp hanno ricevuto un vero e proprio aut aut: se non avessero accettato le nuove condizioni di servizio, la società (Facebook) avrebbe eliminato il loro account. Non solo. Dalla lettura del comunicato inviato agli utenti, in molti hanno sollevato dubbi sulle possibili conseguenze per la privacy: WhatsApp comunicherà i contenuti delle conversazioni a Facebook? Quali dati saranno comunicati all’azienda di Menlo Park?

Privacy Desk Suisse è stata invitata venerdì 22 gennaio 2021 al magazine di Rete Uno di Radiotelevisione svizzera (RSI) “Uno Oggi” per parlare proprio della mancata tutela dei dati personali degli utenti da parte di WhatsApp.

A seguito il pensiero dell’Avv. Gianfranco Valsecchi di Privacy Desk Suisse.

Quali dati vengono comunicati da WhatsApp a Facebook e perché?

Negli scorsi giorni, si sono susseguite diverse notizie contrastanti su questo argomento, che hanno provocato molta confusione tra il pubblico e la migrazione di milioni di utenti da WhatsApp verso altre piattaforme di messaggistica, tra cui Telegram, Signal, Viber e le svizzere Wire e Threema.

Il primo dubbio su cui fare chiarezza è questo: Facebook non può conoscere e non accede alle conversazioni degli utenti. Infatti, le chat sono protette da crittografia end-to-end e possono essere lette dai soli utenti che partecipano alla conversazione. Non è quindi tecnicamente possibile che le informazioni contenute nelle chat degli utenti siano conosciute da WhatsApp.

Ciò nonostante, va detto che alcune informazioni sono effettivamente raccolte da WhatsApp e condivise con Facebook. Queste consistono fondamentalmente nei c.d. metadati, tra cui rientrano: numeri contattati dall’utente, geolocalizzazione, ora e durata delle telefonate e di invio dei messaggi, oltre al c.d. status.

Attualmente, WhatsApp condivide i dati con Facebook fondamentalmente per finalità di assistenza tecnica, diagnostica e risoluzione di problemi legati alla fruizione del servizio.

Le modifiche coinvolgono anche l’Unione Europea e la Svizzera?

Con l’aggiornamento delle condizioni di servizio, queste finalità di tipo tecnico non cambieranno per l’area europea (inclusa la Svizzera). Per il resto del mondo, invece, si aggiungeranno scopi commerciali e di marketing. In pratica, Facebook raccoglierà i dati degli utenti di WhatsApp (solo quelli sopra indicati) e potrà ad esempio, sulla base di questi, veicolare inserzioni pubblicitarie sui profili social degli stessi (in particolare Facebook ed Instagram).

Il motivo di questa “maggior tutelaper l’Unione Europea risiede principalmente nell’applicazione del Regolamento Generale per la Protezione dei Dati Personali n. 2016/679 (noto anche come “GDPR”), una normativa europea che a partire dal 25 maggio 2018 riconosce un livello più elevato di tutela per la privacy dei cittadini europei.

Attualmente, per una scelta di WhatsApp, la Svizzera beneficia delle medesime tutele previste per l’area europea. Ma vale la pena ricordare che, grazie alla Legge Federale di Protezione dei Dati (la c.d. nuova “LPD”) approvata il 25 settembre 2020, anche i cittadini elvetici godranno di maggiori tutele e garanzie per la loro privacy, in una misura analoga a quelle previste dal GDPR, con cui presenta numerosi punti di contatto.

Per gli utenti europei e svizzeri, le modifiche introdotte da WhatsApp non avranno particolari impatti sulla loro privacy, a differenza di quanto accadrà per quelli degli altri paesi.

Ricordiamo, infine, che a fronte delle polemiche sollevate, WhatsApp ha deciso di posticipare la data di applicazione delle nuove condizioni di servizio dall’8 febbraio al 15 maggio 2021.

Segnaliamo, comunque, che al momento è ancora obbligatoria l’accettazione delle stesse per poter continuare a fruire del servizio.

Per approfondire l’argomento non perderti il PODCAST della trasmissione.

Articolo a cura di Gianfranco Valsecchi | Legal Compliance Officer di Privacy Desk Suisse

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